Partiamo
di bolina stretta, mura a dritta in 5 nodi di vento, le condizioni
sono le peggiori per noi (Calaluna ha lo strallo arretrato di
conseguenza un solent più piccolo degli altri class 40 ). Scado
velocemente verso la diga di Riva di Traiano, non ci sono
alternative: devo virare. Ora la mia prua è 90° fuori rotta. Mi
allontano dalla flotta, che continua in rotta diretta
prendendo un considerevole vantaggio. Io al largo trovo vento più
stabile e leggermente più intenso.
Comincio
a raccontarmi che anche gli altri saranno costretti a virare, che
sono più lenti di me, anche se adesso sto perdendo, più tardi sarò
in vantaggio. Qui faccio la cazzata che segnerà il resto della
regata, invece che rivirare dopo un miglio tengo questo bordo per
5
miglia aumentando a dismisura la separazione laterale, ciliegina
sulla torta in testa il vento gira a destra evitandogli il bordo a
perdere che io ho appena fatto.
Morale,
a causa della mia SOLITA scelta estrema (prometto che è l'ultima) mi
trovo 7 miglia dietro dopo solo 2 ore di regata. Non mi rimane che
spremere ogni decimo di nodo dalla barca e sperare che rimangano
impantanati nel passaggio di Ventotene.
Sposto
tutti i pesi a prua e sottovento, compresi
i
calzini sporchi, il vento gira a destra e posso provare, per la prima
volta in navigazione il nuovo A0. La vela è potente, ma ha bisogno
di nuovi burber, i miei sono troppo arretrati. Con
del dyneema fabbrico due “rotaie” in tessile tra un golfare e le
lande delle sartie, che mi permettono di spostare i burber.
All'inizio sembra funzionare, ma dopo pochi minuti si apre in due un
moschettone d'acciaio, alla seconda raffica esplode il dyneema, alla
terza si piega il golfare! (questo è il motivo per cui odio provare
le attrezzature in regata!!!)
Butto
via tutto, faccio una bella legatura ignorante con dyneema dell'
8 e riparto. Mano a mano che mi avvicino a Ventotene il vento
diminuisce e comincia a ballare costringendomi a continui cambi vela:
spi maxi, A0, solent. In prossimità di Ponza il vento cala fino alla
bonaccia totale. Passo tutta la notte a sbattere, a lottare con le
stecche della randa che non passano nelle decine di virate senza
vento, passo l'isola in mattinata...una notte per fare 4 miglia. I
primi non sono rimasti incastrati tutta la notte, alcuni sono
riusciti a passare velocemente aumentando incredibilmente il loro
vantaggio.
Ho
la bava alla bocca dal nervoso, sono arrabbiato con me stesso per
aver fatto una scelta cosi estrema nelle prime ore della regata, ma
mi ripeto che la regata è ancora lunga, che le bonacce sono una
ruota che gira,
oggi a me domani a te. Monta un po'
di vento e rincominciano i cambi vele, passo Ventotene (che isola
magnifica!);
il pomeriggio a 9 nodi al traverso. Nonostante i miei avversari siano
in rotta diretta, la meteo da più vento al largo, decido di andare a
cercare quest'aria verso la Sardegna,
o la va o la spacca. Effettivamente trovo un flusso da nord che mi
permette di scendere con lo spi. Non ho modo di verificare la mia
posizione rispetto agli avversari, sono molto al largo, il telefono
non prende, la tensione sale, niente è peggio di un dubbio.
Cerco
di riposare, spero di avere una seconda occasione per confrontarmi
direttamente con gli altri (se solo rimanessero abbonacciati a
Lipari...). L'umore è sotto ai piedi, non ho voglia di fare foto o
filmati, ma continuo a crederci.
Mi
avvicino alle Eolie, sono le 22 dell'8
Aprile, il telefono ha campo, controllo il tracking e....i class 40
sono quasi fermi 14 miglia davanti a me, ho recuperato 30 miglia! Se
tenesse il vento in due ore li raggiungerei, sono euforico, urlo,
forse è la mia seconda occasione che aspettavo.
Ma
l'euforia dura poco.
Arrivo
a Salina il vento cala improvvisamente e ruota impazzito, classico
effetto provocato dai rilievi molto alti (in questo caso le isole
vulcaniche), capisco che il vento andrà a morire.
Matteo
Miceli, Mario Girelli e gli altri sono li davanti a poche miglia,
un'altra oretta ed ero li, sono due giorni che non parlo con nessuno,
che
non ho contatti radio, immagino loro che hanno affrontato questa
navigazione solitaria senza essere soli, che hanno fatto casino per
radio. In realtà anche io non sono stato proprio solo, durante le
ultime navigazioni ho scoperto che quando urlo imprecando, in
particolare di notte, spesso arrivano i delfini...
Bonaccia,
zero
vento tutta la notte, una leggera onda residua mi spinge verso il
passaggio tra Lipari e Vulcano. Sul tracking assisto ora dopo ora,
per tutta la notte al gruppo di testa che lentamente si allontana, io
ho fatto 9 miglia in 10 ore, un delirio.
Sono
stanco morto, non ho dormito questa notte. Dormire con la costa così
vicino era troppo pericoloso. Finalmente verso le 12 entra aria,
viaggio in rotta per Riva di Traiano di bolina larga a 9 nodi. C'è
il sole, un magnifico panorama sulle Eolie, è ora di pranzo, la
barca cammina bene e le previsioni dicono che il vento salirà
costantemente fino a forza 7 stanotte, insomma solo buone notizie.
Con
la musica a manetta, cucino il cous cous e contemporaneamente accendo
il motore per caricare le batterie...
Dieci
minuti dopo sento odore di gomma bruciata, spengo il motore che è in
ebollizione.
NO,
NO NO!! Non è possibile, proprio ora che cammino a una velocità
decente si rompe la girante! (la girante è un pezzo del motore)
Per
arrivare alla girante bisogna infilarsi completamente in un vano, una
specie di sarcofago egizio, attraverso una botola fatta per i nani
(la prospettiva di rimanere incastrato in questo pertugio non è cosi
remota, una ragione in più per mettersi a dieta).
L'incidente
si risolve in un'oretta
di lavoro e qualche altro miglio perso. Intorno alla barca trovo i
delfini...forse è vero che li
attiro con le mie imprecazioni.
Ora
basta casini, voglio, devo mangiare e riposarmi, questa notte la
navigazione potrebbe essere impegnativa.
Il
distacco sui primi è passato in 13 ore da 14 a 70 miglia e mancano
meno di 250 miglia al
traguardo,
a meno che non rimangano in una piatta colossale la regata è persa.
Ora
corro solo per divertirmi.
La
notte arriva il vento previsto, porto tutti i pesi sopravento, 18
nodi prendo una mano, 20 carico il ballast sopravento.
Improvvisamente sale a 27/28, mi sdraia ma niente di grave, poggio,
rullo il solent e isso la trinchetta che era già armata. Finalmente
un po'
di
azione e di adrenalina! La barca fila a 10 nodi di bolina larga,
sento nuovamente il rumore di acqua che passa veloce sotto lo scafo,
mi mancava questa musica...
Purtroppo
la festa finisce all'alba, il vento cala e si assesta sugli 8/12 nodi
alimentando le mie speranze di arrivare in tarda nottata. Al tramonto
passo tra Ponza e Palmarola, lo scenario è il solito: ti spacca il
cuore dalla bellezza.
La
giornata è caratterizzata da venti deboli dalla
bolina larga al lasco, taglio il traguardo in poppa piena alle 17.47
dell'11
Aprile. Mi attende il gommone dell'organizzazione con amici e
conoscenti, mi passano una bella bottiglia di spumante e Mario
Girelli salta in barca per aiutarmi ad ammainare.
La
Roma per 1 è finita, sono settimo in tempo reale dei solitari.
I
sentimenti sono contrastanti, da una parte la delusione cocente per
il risultato e la rabbia per una scelta iniziale sbagliata che ha
condizionato il resto della corsa. Dall'altra la soddisfazione per
non aver fatto nessun errore nei 42 cambi vele della regata, la gioia
pura di essere ritornato dopo 2 anni a regatare in solitario.
On
the road again...
la girante pressoché irraggiungibile è roba da incubo, ne so qualcosa. Sostituire la mia in navigazione in solo un'oretta sarebbe cosa da sogno... trovo però curioso che un progetto recente some Calaluna non abbia valutato soluzioni più congeniali... maledetta rondella gommosa :-)
RispondiEliminaConfermo. l'accessibilità del "motore" in questo tipo di barca è spesso trascurata, rendendo difficile qualunque intervento di manutenzione, anche il semplice rabbocco di olio. Un meccanico mi ha suggerito di installare una pompa in bronzo a trascinamento, Lombardini ha un kit apposta e comunque di predisporre una piccola pompa elettrica diretta in modo da buttare acqua nello scambiatore indipendente dai problemi connessi alla presa sul sail drive o alla girante.
Elimina